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dunp: design generativo

non è lo schizzo di un artista è un algoritmo di calcolo

Abbiamo lavorato alacremente per dare al nostro sguardo una direzione più chiara, abbiamo scelto un'identità che fosse più coerente con ciò che siamo, duttile, naturale, flessibile. Abbiamo studiato i modelli rizomatici su cui l'organizzazione della società liquida, teorizzata da Bauman, si fonda per ottenere un brand molto più comunicativo e molto meno vincolante.

Più mani e intenti liberi hanno creato un’immagine non coordinata, modificabile nel tempo, ma sempre ravvisabile. In questo caso la riconoscibilità agisce ad un altro livello, che non è più quello della forma bensì quello delle regola di produzione della forma.

L'identità dunp non è una linea impazzita, lo schizzo di un artista. È uno schema di calcolo, un algoritmo che definisce e controlla gli elementi grafici, di volta in volta diversi, ma inevitabilmente legati tra loro da una somiglianza genetica, da un rapporto di coerenza e variazione sistematica.

Non è creatività, ma design generativo.

Il design generativo si può comunicare solo sotto forma di prescrizioni ed esempi. Prescrizioni e margini di libertà introducono nel progetto grafico due variabili, causalità e casualità, che fanno dell’immagine non coordinata un insieme di metodologie determinate che producono risultati dalle infinite varianti formali, non determinabili a priori. Questo genera un nuovo linguaggio, più naturale dinamico, più adatto alla contemporaneità fatta di spazio, tempo e caso.

Cos'è il design generativo?

Il design generativo è il rovesciamento del paradigma progettuale classico. Invece di progettare una struttura, si progetta l'algoritmo che genera la struttura. E se l'algoritmo così progettato è parametrico, allora può generare X strutture, che hanno un rapporto di coerenza e variazione sistematica tra loro, regolabile attraverso la definizione del campo di variabilità del parametro.

Alessandro Tartaglia - Docente di Design della Comunicazione