Un nuovo progetto, "Made in Amatrice", ha preso il via subito dopo il terremoto che ha colpito il Centro Italia, qualche mese fa. Lo scopo è quello di tornare a vivere e a produrre in un luogo dissestato dal sisma.
Abbiamo intervistato Stefano D'Orazio, ideatore e promotore dell'iniziativa. Il logo è stato realizzato da dunp.
Dott. D'Orazio ci racconta com'è nata l'idea di realizzare l'iniziativa "Made in Amatrice"? Quali obiettivi vi prefiggete?
Il Marchio è nato in funzione degli eventi post sisma del 24/8/2016 al fine di far meglio conoscere alcuni prodotti del luogo per poter dare un contributo a risollevare l'economia della zona.
A tale proposito si è costituita in data 11 novembre 2016 l'associazione “Terra di Amatrice”, fondata sui principi e le finalità delle organizzazioni non lucrative e di utilità sociale.
L'associazione, fondata sul volontariato, si propone di perseguire attività di utilità sociale per favorire lo sviluppo sociale, civile, ricettivo, abitativo, ricreativo, ecologico/ambientale e in generale, il miglioramento della qualità della vita nel territorio del Comune di Amatrice.
In questo contesto la creazione del marchio “MADE IN AMATRICE” rientra nel discorso di pubblicizzare i prodotti sia alimentari che non. Il marchio sarà ceduto all'Associazione e questa lo cederà, sempre gratuitamente al comune di Amatrice. Altresì l'associazione ha acquistato e sono in fase di consegna, alcuni moduli abitativi su ruote, per permettere di allocare alcune famiglie in attesa che lo Stato, attraverso la Protezione Civile, realizzi i due villaggi di prefabbricati così come sono stati organizzati.
Che tipo di adesioni avete raccolto? C'è stata partecipazione nel momento in cui si è dato il via al progetto?
Alcuni produttori della zona hanno aderito al progetto. Cesti natalizi con il marchio sono and anti in distribuzione. Purtroppo il numero non è stato elevato data la limitazione della produzione che specie la scossa del 30 ottobre ha causato.
Si è altresì realizzato un accordo con il Gruppo Maiorana, supermercati Emmepiù, per creare un “corner” di prodotti della zona, identificato dal marchio, insieme a quelli delle altre zone terremotate di Norcia e Visso/Preci. Questo dovrebbe dare ulteriore visibilità ai prodotto di queste aree.
Una frase celebre afferma: "Quando nel dolore ci sono compagni con cui condividerlo, l'animo supera tutte le sofferenze". Che ne pensa? Per "Made in Amatrice" ha trovato la stessa solidarietà e la stessa voglia di ricominciare?
La frase è sacrosanta. Forse questo è il terremoto per il quale maggiormente si è mossa la solidarietà e la catena umana. Nei primi giorni dopo il sisma di fine agosto, la Protezione Civile si è vista costretta a chiedere di non inviare più generi di conforto perché sono stati letteralmente sommersi di aiuti in natura da tutta Italia e specialmente dalla zona di Roma, dove è vasta la comunità degli Amatriciani. Purtroppo i tempi per la ricostruzione saranno lunghi e complessi ed è importante che in questo lasso di tempo la gente non si allontani definitivamente dalle zone terremotate. Per questo il mantenimento del senso di comunità è fondamentale.
Cosa significano per lei quei luoghi?
È un po' ciò che per tutti significa. Da “vacanziere” sin dalla tenera età, quei luoghi ricordano tanti momenti felici perché sono abbinati a periodi di vacanza e di festa. Sono un insieme di sensazioni, memoria e momenti, ben presenti nel cassetto dei ricordi. È un senso di piacere, ora sopraffatto da un senso di tristezza, che permette di ricordare ciò che c'era e ora non più. Del resto questa è la vita; e la natura che per decenni o secoli dà, poi in pochi minuti si riprende tutto o gran parte di ciò che ha dato. Vite comprese.