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Parmigiano Reggiano fra cinema e pubblicità

Parmigiano Reggiano fra cinema e pubblicità
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07/12/2021

La pubblicità del Parmigiano Reggiano 2021 è sulla bocca (critica) di tutti.
Scopri cosa sta succedendo in queste ore dopo lo spot incriminato

Parmigiano Reggiano fra cinema e pubblicità

La pubblicità del Parmigiano Reggiano 2021 è sulla bocca (critica) di tutti. Scopri cosa sta succedendo in queste ore dopo lo spot incriminato

Pubblicità Parmigiano Reggiano 2021

Negli ultimi giorni non si parla praticamente di altro: la pubblicità del Parmigiano Reggiano 2021, con protagonista il più grande stakanovista della storia, tale “Renatino”, è sulla bocca di tutti. Lo spot andato in onda è solo una piccola parte di un mediometraggio intitolato “Gli Amigos”, realizzato dal regista e sceneggiatore Paolo Genovese: il breve film, della durata di circa 25 minuti, è stato suddiviso in varie pillole trasmesse sulle reti Rai, Mediaset e La7 a partire da fine Settembre.

L’obiettivo era, chiaramente, la promozione del Parmigiano Reggiano tramite una tipologia di racconto pubblicitario innovativo, in grado di unire spot e cinema. La grande novità, infatti, è il modo in cui il prodotto viene sponsorizzato, ossia non tramite il solito processo di product placement, bensì costruendogli una storia intorno in cui è il protagonista indiretto: in questa maniera è stato possibile raccontare le sue peculiarità molto più approfonditamente ma assolutamente non annoiando lo spettatore.

Il budget previsto da Parmigiano Reggiano è stato di circa 4 milioni di euro.

 

 

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Cortometraggi e prodotti: i precedenti

L’agenzia Casiraghi & Greco, produttrice dello spot insieme ad Akita Film, non è nuova all’utilizzo di long stories pubblicitarie, sebbene la narrazione negli altri casi non fosse così elaborata. Il primo caso fu nel 2019, quando ci fu un espediente simile sempre con Parmigiano Reggiano: lì si trattava di uno spot di un minuto in cui vari vip come lo chef Carlo Cracco, la campionessa olimpica Elisa Di Francisca e la conduttrice Diletta Leotta raccontavano le caratteristiche della produzione del formaggio.

Più di recente, il 6 Aprile 2021, è stata trasmessa la pubblicità della Barilla per festeggiare il Carbonara Day: diretto da Xavier Mairesseregista belga, lo spot raccontava la storia delle origini della pasta Barilla.

 

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Pubblicità Parmigiano Reggiano: la trama

Per quanto riguarda la trama della pubblicità del Parmigiano Reggiano, protagonisti del racconto sono i ragazzi di una scuola di cucina che partecipano ad una gara per aggiudicarsi uno stage nel ristorante di Massimo Bottura, celebre chef pluristellato: tutti i concorrenti devono obbligatoriamente utilizzare come ingrediente delle ricette da portare il Parmigiano Reggiano. Nel cast spicca l’attore Stefano Fresi, famoso per la serie di film “Smetto quando voglio”, nel ruolo di maestro della scuola e guida dei ragazzi.

Lo spezzone “incriminato” è quello che riguarda la scena all’interno dello stabilimento dove si produce il Parmigiano Reggiano: qui i ragazzi, accompagnati da Fresi, vengono a conoscenza di tutto il processo di produzione del parmigiano e conoscono uno dei casari dipendenti, Renatino.

Fresi lo presenta come un lavoratore instancabile, che si dedica alla produzione 365 giorni l’anno da sempre; addirittura afferma di non essere mai stato al mare, o a sciare, insomma di non essersi mai preso una vacanza, ma di essere comunque felice.

 

 

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Critiche alla pubblicità Parmigiano Reggiano

Qui sono iniziate le critiche allo spot del Parmigiano Reggiano, che accusano l’azienda di favorire lo sfruttamento dei lavoratori nel momento storico più sbagliato. Tra i trend più in voga negli ultimi mesi ci sono infatti la proposta di settimana di lavoro corta, la flessibilità oraria sul lavoro, lo smartworking, il coworking e tantissimi altri temi che rendono totalmente anacronistica una pubblicità del genere.

Parmigiano Reggiano: i meme sui social

Non sono mancati ovviamente sui social network i meme su Renatino, con la nascita della #renatinowave: in particolare quelli dell’azienda produttrice di birra Ceres e l’agenzia funebre Taffo. Ceres ha fatto un tweet in cui invita Renatino a staccare dal lavoro, offrendogli una birra.

 

 

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Taffo, invece, in un post su Facebook ha affermato che “a ‘sto punto meglio morire”.

 

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Pubblicità Parmigiano Reggiano: la replica del Consorzio

Il Consorzio Parmigiano Reggiano ha, ovviamente, voluto difendersi dalla pioggia di critiche dicendo in primis che il frame incriminato è solo parte di un intero video che andrebbe visto tutto per poter essere giudicato.

La licenza narrativa, infatti, aveva l’obiettivo di comunicare la passione aziendale che non conosce limiti temporali e lavora quotidianamente: Renatino, infatti, non è altro che la personificazione e la metafora di un valore, non un dipendente fisico.

Anzi, l’azienda afferma di essere assolutamente contro lo sfruttamento del lavoro: uno dei suoi valori è proprio il benessere e la salvaguardia dei diritti dei suoi dipendenti.

Il Direttore Comunicazione, Marketing e Sviluppo Commerciale del Consorzio, Carlo Mangini, ha affermato che la scena verrà cambiata e che “ci dispiace se la volontà di sottolineare la passione dei nostri casari è stata letta con un messaggio differente, che non abbiamo avuto la sensibilità di rilevare e che, grazie al dibattito accesosi in rete, raccogliamo con grande rispetto. Questa la ragione che ci conduce a modificare lievemente la pianificazione della campagna, potendo intervenire sul quarto spot apportando alcune modifiche che accoglieranno quanto emerso”.

Il vero problema di questo spot, quindi, è stato l’utilizzo di un linguaggio retorico cinematografico per rappresentare il valore di un prodotto, senza pensare che un espediente del genere difficilmente funziona sul web.

Mentre al cinema un messaggio può essere diluito in periodi molto più lunghi ed il fraintendimento è difficile, sul web l’incomprensione è continua, a causa dei messaggi rapidi e martellanti: un messaggio tagliato ed estrapolato dal contesto per adattarsi ad una piattaforma diversa da quella di origine era quasi inevitabile che venisse frainteso e ricoperto di critiche.

(a cura di Valerio Fiormonte)

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